Vita, Carriera, Opere e mostre di Francesco Cangiullo
Francesco Cangiullo (Napoli, 27 gennaio 1884 – Livorno, 1º marzo 1977) è stato un artista eclettico e provocatore, tra le figure più originali e meno canoniche del Futurismo italiano. Poeta, pittore, scrittore e performer, Cangiullo ha portato avanti un’idea di arte totale e sperimentale, in cui parola, gesto, immagine e suono si fondono in una forma espressiva esplosiva e anticipatrice. Non solo autore di versi futuristi, fu anche un precursore della poesia visiva e concreta, capace di trasformare il testo scritto in evento scenico e immagine plastica.
Il suo percorso incarna lo spirito di rottura del primo Novecento italiano, ma con un tono unico: ironico, teatrale, dissacrante. Formatosi in un ambiente culturale vivace, tra la tradizione letteraria napoletana e il fermento delle avanguardie, Cangiullo entra in contatto con Filippo Tommaso Marinetti nel 1910. Questo incontro sarà decisivo: aderisce con entusiasmo al Futurismo, portando nella corrente marinettiana un tocco personale fatto di vernacolo, comicità, vitalismo teatrale e satira urbana. Il suo contributo al movimento non è solo intellettuale ma performativo: partecipa a serate futuriste in tutta Italia, recitando versi e componimenti che mescolano linguaggio grafico, suoni onomatopeici e azione scenica, coinvolgendo e spesso provocando il pubblico.
Uno degli apporti più significativi di Cangiullo al Futurismo è nel campo della drammaturgia sperimentale. In particolare, con la raccolta Piedigrotta (1913-14), inventa un tipo di poesia parolibera che si presenta anche come manifestazione visiva: lettere e parole si distribuiscono sulla pagina come elementi grafici, suggerendo ritmo, suono e movimento. L’opera rielabora in chiave futurista la celebre festa popolare napoletana, ma invece di descriverla narrativamente, la fa esplodere sulla pagina in un caos organizzato di segni, versi, rumori, grida e colori. Questa scrittura diventa spettacolo, simulazione sonora e visiva di un evento reale, avvicinando l’arte poetica alla performance totale.
Tra i suoi esperimenti più celebri c'è il “teatro a valigia”, anticipazione delle moderne forme di teatro tascabile o performativo. Le sue “allegorie tipografiche” , come Caffè-Concerti o Urlo contro le ballerine del ventre ,fondono satira sociale e composizione tipografica, rappresentando la società come palcoscenico grottesco, animato da gesti esasperati, ritmi meccanici, identità frammentate. Il suo spirito napoletano , brillante, ironico, drammatico e teatrale , si riflette anche nel linguaggio, che mescola italiano, dialetto, suono e gioco, anticipando tecniche che si ritroveranno poi nella poesia concreta, nel dadaismo e nella neoavanguardia. Cangiullo fu anche pittore e illustratore, sebbene meno noto per questa parte della sua attività. I suoi disegni e collage accompagnano le poesie e i manifesti, contribuendo a creare un immaginario coerente e potente. Spesso impiegava le stesse tecniche di frammentazione, ripetizione e ritmo usate nei testi anche nelle composizioni visive, confermando la sua tensione verso un’arte interdisciplinare. Negli anni successivi alla Prima guerra mondiale, Cangiullo si allontanò progressivamente dal Futurismo, pur mantenendo una vena sperimentale e indipendente. Negli anni ’30 e ’40, la sua figura entra in un cono d’ombra, anche a causa del declino del movimento futurista e del contesto politico-culturale dell’Italia fascista.
Soltanto in epoca più recente, a partire dagli anni ’60 e soprattutto dopo la sua morte, critici e storici dell’arte e della letteratura hanno iniziato a riscoprire l’importanza pionieristica della sua opera, riconoscendolo come precursore della poesia visiva, del teatro d’avanguardia e della performance art. Oggi Francesco Cangiullo è considerato un pioniere dell’arte verbo-visiva. Le sue opere sono conservate in archivi e collezioni importanti, tra cui il Museo del Novecento di Milano, la Collezione Futurista del MART di Rovereto e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Le sue intuizioni influenzano il Gruppo 63, i poeti visivi italiani degli anni ’70, e anche il mondo della graphic design contemporanea, grazie all’uso innovativo della tipografia come mezzo espressivo.
Francesco Cangiullo è stato un artista complesso e rivoluzionario, capace di trasformare la parola in forma, il suono in disegno, la pagina in palcoscenico. In lui convivono l’energia del Futurismo, il ritmo della città moderna, la teatralità del sud e un’intelligenza acuta che seppe leggere il proprio tempo con ironia e ferocia. La sua opera, oggi rivalutata, continua a parlare ai linguaggi contemporanei, confermandolo come una figura fondamentale dell’avanguardia italiana del X
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